Un’interessante serata organizzata dal Soroptimist Lugano

Il 17 di novembre presso l’hotel Delfino di Lugano-Paradiso si è svolta un’interessante serata organizzata dal club di sevizio Soroptimist di Lugano. Oratore di spicco il dottor Daniel Cataldo, chirurgo estetico e plastico che opera a Milano e Parigi (Ospedale Saint Louis, dove sono stati ricoverati i 120 feriti più gravi degli attentati del 13 novembre), conosciuto pure internazionalmente per il progetto di solidarietà “Operazione Sorriso Servant/Médicins du Monde”. Il medico, nato in Argentina nel 1962, discendente di emigrati italiani, è stato ospite martedì 17 novembre del Club Soroptimist di Lugano. Dopo l’inizio di carriera a 22 anni in ospedale a Buenos Aires, a Parigi ha conosciuto Jean Marie Servant e l’Operazione Sorriso Servant, un’organizzazione umanitaria che dal 1996 opera in Niger (Ospedale nazionale di Niamey) con interventi di chirurgia ricostruttiva su bambini affetti da malformazioni genetiche, tumori, ustioni e soprattutto noma, un batterio provocato dalla malnutrizione che in due settimane può distruggere metà del viso per cancrena. La malattia comincia da un dente, deforma rapidamente il viso, può far perdere un occhio e poi arriva al cervello. La mortalità dei bambini infettati è dell’80% in due settimane. È un morbo terribile simile a Ebola, anche se non contagioso.

Un migliaio di piccoli pazienti provenienti da villaggi poverissimi ai confini del Sahara sono stati operati negli anni dall’équipe di cui fa parte Cataldo, con interventi che possono durare anche 6-7 ore. Ma la situazione mondiale sta peggiorando, a causa del pericolo di sequestri e violenze, e già quest’anno il medico non ha potuto recarsi in Niger per operare. Perciò si sta dedicando alla stesura di un libro scientifico che servirà come futura consulenza, con l’indicazione di tecniche di microchirurgia molto avanzata.

Allargando il discorso dagli aiuti ad un’analisi dei problemi di questa zona africana, Cataldo ha raccontato al Soroptimist come la situazione sanitaria in Niger sia disastrata. Il problema maggiore è costituito dai pozzi d’acqua, nemmeno attrezzati con carrucole. Molti bambini cadono nei pozzi abbandonati o si procurano ustioni perché si cucina per terra, l’igiene latita, il caldo e le mosche fanno il resto.

La parte meno prevedibile nell’esposizione ha però riguardato le difficoltà incontrate anche da organismi di buona volontà intenzionati a portare aiuto in luoghi come il Niger, tra i paesi ufficialmente più poveri al mondo. La presenza di malattie “medievali” da noi scomparse, la malaria, il caldo, la corruzione, la presenza di Al-Qaida hanno reso sempre più complicato, anche alle associazioni più solide, portare aiuti umanitari.

Per chi volesse saperne di più o desiderasse sostenere l’impegno di questi medici: www.danielcataldo.com